Nella giungla delle citta'. L'irruzione del reale
NELLA GIUNGLA DELLE CITTÀ - L'IRRUZIONE DEL REALE
Un progetto di Sonia Antinori
Vincitore del Bando MigrArti Spettacolo 2018 del Mibact
in partenariato con ACADS (Associazione Culturale Arancia Donna Subsahariana), Casa delle Culture di Ancona, Free Woman Onlus, La Gemma Onlus, IRS l'Aurora Cooperativa Sociale, Vivere Verde Onlus
Nella Giungla delle città. L’irruzione del reale è stato concepito nell’ambito della terza edizione di MigrArti, bando volto a stimolare la crescita di una cultura delle differenze e della reciprocità. Le attività laboratoriali si sono svolte ad Ancona, Jesi e Senigallia da marzo a giugno e hanno coinvolto un centinaio di soggetti provenienti da oltre venti paesi (Bangladesh, Bosnia, Brasile, Burkina Faso, Camerun, Colombia, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Indonesia, Liberia, Mali, Mozambico, Nigeria, Pakistan, Russia, Santo Domingo, Senegal, Sierra Leone, Sud Africa, Venezuela), mentre quarantasei sono stati coloro che hanno proseguito anche nella fase di spettacolo, concentrata nel mese di luglio. I laboratori sono stati condotti dagli attori Fausto Caroli e Giacomo Lilliù, dalla coreografa Stefania Zepponi, coordinati dalla drammaturga e regista Sonia Antinori e affiancati dalla mediatrice interculturale Stefania Scuppa in collaborazione con gli operatori delle organizzazioni partner.
Oltre a impratichirsi nella lingua italiana, utilizzata come lingua ponte insieme all’inglese e al francese, i partecipanti hanno potuto sviluppare riferimenti comuni, confrontando le esperienze di partenza, le culture d’origine, i ricordi del viaggio, ma anche le impressioni del nuovo ambiente, della loro condizione, nonché le differenze di prospettiva con immigrati di seconda generazione, esprimendo punti di vista individuali su temi di rilevanza sociale e politica, sollecitati ad argomentare le loro affermazioni in uno scambio di notevole livello intellettuale. Si è cercato così di supportare una presa di coscienza in tutti i componenti del gruppo, compresi conduttori e operatori, per stabilire quella “mente del gruppo” alla base di un discorso condiviso. I contenuti emersi sono stati intrecciati con nuclei tematici derivanti da opere della tradizione letteraria occidentale, così da creare filtri di ordine artistico alle necessità espressive dei partecipanti, spesso segnati da trascorsi problematici o violenti. Questo cauto processo di conoscenza reciproca ha permesso un’apertura anche nei soggetti dal profilo psicologico più delicato, o in coloro che – avendo appena avviato il loro primo percorso di alfabetizzazione nella nostra lingua – non avevano strumenti sufficienti per esternare il loro sentire. Durante tutte le fasi di lavoro grande importanza è stata attribuita allo sviluppo di capacità di ascolto reciproco, con l’obiettivo di contribuire a superare la condizione di invisibilità del migrante, complicata da forme di isolamento e ghettizzazione.